Vera e gli schiavi del nuovo millennio

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Carmen Lasorella, giornalista e scrittrice, presenta il suo primo romanzo che porta in primo piano una donna, il suo mondo e il calvario dei migranti, vulnerabili e invisibili nella loro umanità. Attivista per i diritti umani, Vera è come il suo nome: tenace e irriducibile, eppure in crisi. Quando Ahmed le consegna la mappa del sistema criminale che governa il Mediterraneo, Vera ritrova l’energia per lottare contro la criminalità che dilaga a discapito di chi è costretto a migrare. Tra insidie informatiche e amicizie inattese, farà fino in fondo la sua parte, di nuovo padrona del suo destino.

Diversi rapporti ufficiali delle Nazioni Unite e altre Organizzazioni Internazionali documentano le gravi violazioni dei diritti umani subite dai migranti durante il loro drammatico viaggio verso l’Europa. Una volta soccorsi in mare, una serie di Convenzioni Internazionali impongono al Governo responsabile per la regione in cui sono stati recuperati i migranti la individuazione del luogo di sbarco (Place of safety) e un preciso obbligo di soccorso e assistenza ai naufraghi: lì dove le operazioni di soccorso si considerano concluse; dove la sicurezza dei sopravvissuti o la loro vita non è più minacciata; e lì dove le necessità umane primarie (come cibo, alloggio e cure mediche) possono essere soddisfatte. I flussi migratori, che affondando le proprie radici in tempi remoti, sono un fenomeno complesso e multiforme che appartiene alla storia dell’umanità. Nell’ultimo decennio, però, le migrazioni stanno generando notevoli problemi politici all’interno della Unione Europea e forti tensioni sociali. Le principali ragioni che sono ancora oggi il motore di tale fenomeno sono: i conflitti tra Stati o le guerre civili, i gravi squilibri economici tra differenti aree geografiche, la presenza di sistemi antidemocratici fonte di persecuzioni e spregio dei diritti umani, i cambiamenti del clima e la desertificazione e, ultimo ma non per importanza, la spinta dell’essere umano ad assicurare un’accettabile sopravvivenza a sé e ai propri cari. Ed è qui che il sistema non appare ne pronto ne organizzato perché mancano politiche e programmi che favoriscono l’integrazione dei migranti nelle società di accoglienza. Inoltre, diverse Procure della Repubblica hanno iniziato a investigare sull’esistenza di gravi irregolarità all’interno del sistema, probabilmente viziato dalla collusione con una serie di attori appartenenti ad organizzazioni criminali di stampo mafioso che si arricchiscono a scapito di chi è costretto a migrare. I migranti diventano così gli schiavi del terzo millennio, un umanità vulnerabile, invisibile e senza diritti, spesso vittime del traffico e della tratta internazionale di esseri umani. Prima, vittime dei trafficanti che abusano senza scrupoli dell’immigrazione illegale, chiedendo prezzi elevatissimi e fornendo mezzi per il viaggio scadenti che in alcuni casi diventano estremamente pericolosi. Poi nel paese di destinazione dove, dopo l’arrivo, invece di politiche inclusive, le persone trafficate possono diventare fonte di profitto per chi dovrebbe invece curarne l’accoglienza nel rispetto dei diritti umani.

L’incontro che si terrà lunedì 23 ottobre a partire dalle ore 19 presso l’IPSOA Vincenzo Gioberti di Roma, che accoglie fra i suoi studenti numerosi immigrati di seconda e terza generazione proverà a sfatare la distorsione errata di un fenomeno alla cui base c’è il desiderio di chi vuole migliorare la propria vita costruendosi un futuro migliore altrove, mettendo in evidenza la complessità di questo fenomeno nella sua dimensione politica, sociale ed economica, che non può trovare soluzione solo in un’azione di enforcement ma necessita politiche più ad ampio raggio, non solo nazionali ma a livello europeo e delle stesse Nazioni Unite.