L’inclusione nei processi di pace: promuovere la partecipazione per assicurare risultati sostenibili

TORNA AGLI EVENTI DEL GIORNO

L’inclusione nei processi di pace rappresenta un elemento cruciale per la creazione di soluzioni sostenibili e durature ai conflitti. Questo approccio mira a garantire che i rappresentanti di tutte le parti interessate, gli “stakeholders”, siano coinvolti nelle fasi negoziali e decisionali. Ascoltare e prendere in considerazione la voce di tutti coloro che hanno o possono avere un interesse – indipendentemente dalle loro origini, caratteristiche e ideologie – va a incidere sulla sostenibilità del risultato finale. Infatti, promuovere l’espressione della diversità d’idee e prospettive nei processi di pace porta a trattati, accordi e patti sociali che riflettono la realtà sulla quale si cerca d’intervenire aumentando così le possibilità che gli stakeholders mantengano e sostengano tali risultati nel lungo periodo.
Il ruolo fondamentale dell’inclusione è stato riconosciuto da vari quadri normativi internazionali. Tra i più noti nel settore del peacebuilding ci sono il sedicesimo obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU, lo studio Pathways for Peace co-pubblicato dalla Banca Mondiale e dall’ONU e, sempre dell’ONU, le Risoluzioni 1325 sul tema donne, pace e sicurezza e 2250 sulla partecipazione giovanile. Anche le nuove tecnologie digitali possono giovare un ruolo rilevante nel promuovere la partecipazione nei processi di pace. Tuttavia, il semplice coinvolgimento di un’ampia gamma di attori nei processi di pace non è sufficiente a garantire un’efficace prevenzione o la fine di un conflitto armato. La partecipazione dei rappresentanti degli stakeholders deve essere significativa: le loro prospettive, esigenze e aspirazioni, quando appropriato, devono essere non solo ascoltate ma realmente prese in considerazione e integrate nel prodotto finale del processo per garantire una pace stabile, giusta e duratura.

L’evento è organizzato in collaborazione con Agency for Peacebuilding.