Il congelamento dei beni statali russi e la continua evoluzione dei regimi sanzionatori rappresentano una delle risposte più strategiche e discusse dell’Occidente all’aggressione dell’Ucraina. Con oltre 300 miliardi di dollari appartenenti alla Banca centrale russa bloccati in Europa, Nord America e Paesi alleati, il dibattito non è più se agire, ma come trasformare questo strumento finanziario in un’effettiva leva geopolitica.
Questo incontro intende approfondire le implicazioni giuridiche, economiche e politiche legate alla gestione e al possibile utilizzo dei beni congelati. Quali sono le basi legali per destinare questi fondi alla ricostruzione dell’Ucraina o al sostegno militare? Quali rischi si corrono in termini di precedenti internazionali, stabilità finanziaria globale e possibili ritorsioni? E in che misura queste azioni si inseriscono nel quadro più ampio delle sanzioni economiche volte a colpire l’economia bellica russa?
Parallelamente, l’UE, gli Stati Uniti e il G7 stanno definendo nuove ondate di sanzioni, sempre più mirate a settori strategici, individui e reti di elusione. Man mano che queste misure si estendono e si fanno più sofisticate, diventa cruciale garantirne coerenza, applicazione e impatto reale.
Il panel vedrà il confronto tra giuristi, economisti, diplomatici e policy maker, con l’obiettivo di analizzare gli strumenti emergenti della guerra economica, il ruolo del sistema finanziario globale come spazio di conflitto, e le ricadute a lungo termine sull’ordine internazionale, tra ridefinizione della sovranità, della sicurezza e della responsabilità statale.