Intelligence and counterterrorism: state power and its limitations

Comprendere e contrastare le attività terroristiche pone una sfida significativa alle forze dell’ordine e ai servizi di sicurezza, nazionali ed internazionali. L’intelligence e l’antiterrorismo sono due degli strumenti più importanti di cui gli Stati hanno bisogno per preservare la loro sicurezza. Queste attività comprendono indagini, raccolta di specifici dati d’intelligence e lo sviluppo di strategie anticipatorie efficaci. Tuttavia, in una società democratica, ci devono essere diversi limiti posti al potere dello Stato a tutela dei diritti dei cittadini costituzionalmente garantiti. Il primo, intrinsecamente connesso alle attività di prevenzione di eventuali reati e azioni terroristiche, dipende dall’incertezza su come e quando si potrebbero svolgere, e quindi tutta l’azione investigativa si basa essenzialmente su segnalazioni provenienti da altri Paesi, sulla valutazione dei rischi legati a particolari eventi o situazioni geopolitiche, su controlli e intercettazioni, o sull’infiltrazione di agenti sotto copertura. In altre parole, spesso si tratta solo di sospetti o di scenari e previsioni che portano alla decisione di intraprendere azioni anticipatorie specifiche. Un grande aiuto arriva dalla tecnologia che certamente aumenta le capacità dell’intelligence, ma raccogliere dati e informazioni su persone che non hanno ancora commesso reati può essere anch’esso un processo rischioso, che talvolta sfocia nella creazione di dossier personali, utilizzabili anche a fini politici, diffamatori o intimidatori. Senza sottovalutare il sovraccarico di informazioni che viene ad accumularsi negli archivi digitali dei vari organi di polizia e di intelligence.  Le misure antiterroristiche devono quindi operare rispettando le legislazioni nazionali ed internazionali e qualsiasi tattica eccessivamente aggressiva può portare a ledere o solo non rispettare i diritti individuali, o di quelle comunità che per motivi religiosi, etnici o politici vengano ritenute più inclini alla radicalizzazione o alla violenza. Sul piano internazionale, l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato l’8 Settembre 2006 la Strategia Globale Antiterroristica che viene esaminata ogni due anni. Quest’ultima è uno strumento globale unico con lo scopo di rafforzare gli sforzi nazionali, regionali ed internazionali contro il terrorismo. Il documento riafferma in maniera chiara che la cooperazione fra gli Stati, il coordinamento fra  le agenzie di intelligence, fra l’Interpol e le varie forze dell’ordine nazionali, tese a un’efficace prevenzione e repressione del terrorismo internazionale sono cruciali ed essenziali, ma tutto ciò tutto ciò deve avvenire nel pieno rispetto dei diritti umani e dei valori democratici.