Nato come cibo povero per sostentare le popolazioni nomadi durante i lunghi viaggi, il cous cous oggi è molto più di una semplice ricetta della tradizione magrebina.
Le sue origini si fanno risalire al VII secolo d.C nelle coste maghrebine e nell’Africa subsahariana ma molti storici ritengono che siano più antiche. Il termine “cous cous” probabilmente deriva dal berbero kouskous, termine che in diverse regioni nordafricane definisce il recipiente di cottura della semola utilizzato per prepararlo. Da piatto popolare emblematico del Nord Africa, il cous cous si è diffuso molto presto nel Mediterraneo e poi nel resto del mondo. Proposto nei ristoranti più modesti, “rivisitato” dai più grandi chef, il piatto compare in un banchetto al “Gargantua” scritto nel XVI secolo da François Rabelais, il più famoso scrittore del Rinascimento francese.
Molto più di un piatto, il couscous, con le sue infinite varietà di sfumature, è un patrimonio culturale, culinario, fatto di ricordi, tradizioni, conoscenze e gesti che si tramandano di generazione in generazione.
Nel 2020 il cous cous ha conquistato un posto nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco nel 2020, su domanda congiunta di Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania. Fatto piuttosto raro nella storia dei Paesi del Maghreb che più paesi abbiano presentato insieme la candidatura intitolata “Conoscenze, know-how e pratiche relative alla produzione e al consumo di cous cous”, senza dispute sulla paternità di questo piatto tradizionale a base di semola o di grano duro, accompagnata da verdure, carne o pesce sapientemente speziati.
In questi quattro Paesi “donne e uomini, giovani e anziani, sedentari e nomadi, del mondo rurale o urbano, nonché dell’emigrazione, infatti si identificano con questo piatto simbolo del vivere insieme, afferma il file di candidatura all’Unesco, senza però fornire alcuna ricetta pratica. All’interno della XV edizione del Festival della Diplomazia con il supporto dell’Ambasciata della Tunisia e l’Ufficio nazionale del turismo tunisino si terrà una serata per far conoscere la tradizione del cous cous come piatto della convivialità che ben si sposa con la diplomazia.