Gli ultimi anni sono stati segnati dalla convinzione che i mercati finanziari fossero il luogo dove poter creare redditi e ricchezza laddove le economie della produzione non riuscivano più a generare profitto nelle parti del mondo guidate dal capitalismo maturo. L’accusa di molti è che ciò abbia comportato il progressivo smantellamento degli Stati sociali e la conseguente privatizzazione della società. Un processo che sarebbe stato favorito anche dall’operato delle banche centrali e dei governi; e spinto dai ripetuti periodi di crisi economica, politica e sociale che hanno vissuto i paesi occidentali. Secondo tale ottica i fondi d’investimento, proprietari di quote sbalorditive di economia reale, controllerebbero di fatto i flussi economico finanziari di tutto il mondo, divenendo così sempre più influenti nella definizione delle scelte politiche dei singoli stati. Tuttavia, è indubbio che essi svolgano anche un ruolo decisivo nella tenuta delle monete e del debito pubblico.
I quesiti da porsi quindi sono i seguenti: i fondi sovrani, così come i fondi d’investimento, decidono la politica degli stati o ne mantengono la stabilità, assicurando l’equilibrio economico e quindi sociale e politico degli stessi? Sono i veri proprietari del mondo o costituiscono l’unico baluardo rimasto a difesa della democrazia?