2024: LOOKING FOR CRATOS – Il potere e i suoi tanti volti

XV Edizione del Festival della Diplomazia

16 – 25 Ottobre 2024

Il potere ha un fascino magnetico. Da sempre, infatti, l’idea di esercitare la propria autorità, ed espanderne i confini, attrae gli esseri umani. L’ambizione del potere è connaturata alla psicologia individuale e collettiva. Ne è di fatto una componente ineliminabile. Se portata all’estremo, tuttavia, tale ambizione può accecare e trascinare in un vortice di follia e brama di sopraffazione. Lo scrittore Ignazio Silone non aveva dubbi: “la tentazione del potere è la più diabolica che possa essere tesa all’uomo”. La pensava pressappoco allo stesso modo Henry Kissinger, secondo cui Il potere è l’afrodisiaco supremo.

Tradizionalmente, si ritiene che nei rapporti personali o internazionali a prevalere sia chi è dotato di maggior potere, per cui lo si perseguirebbe alla ricerca di un tornaconto personale, oppure per la sicurezza e la sopravvivenza dello Stato. In questa visione “realista” il potere di una nazione risulterebbe determinato in particolare dalla quantità e dalla qualità delle risorse che essa detiene, determinando una gerarchia di potenze al cui vertice sarebbero situati gli attori principali del sistema, le cui azioni e relazioni influenzano l’andamento della politica internazionale. In tale gerarchia la forza militare è inevitabilmente considerata il fattore principale del potere e la guerra il metro con cui poterne misurare l’entità. Per questi motivi, da sempre gli Stati provano ad accumulare potere, soprattutto militare, in quanto considerato lo strumento più efficace per imporre ad altri Stati la propria volontà.

Limitandoci ai tempi più recenti, nel periodo della Guerra Fredda abbiamo imparato come un potere militare senza precedenti, quale quello dell’arma nucleare, schiudesse impensabili scenari di distruzione della intera civiltà umana e come solo un complesso sistema di dissuasione potesse prevenire un’aggressione in base alla certezza della distruzione reciproca degli opponenti nel caso di un suo impiego. Oggi constatiamo ogni giorno come sia un errore identificare il potere con la sola forza militare e come ne esistano tante altre forme, spesso tecnologicamente più sofisticate. Il potere militare, inoltre, quando esercitato attraverso i conflitti presenta costi umani e sociali altissimi, che la società civile tende ad accettare con sempre maggiore difficoltà, anche nei Paesi non democratici.

Tradizionalmente, si ritiene che il potere sia legato in primis alla posizione geografica di un Paese, all’estensione del suo territorio, alle dimensioni della sua economia, alla disponibilità di risorse naturali. Di fatto, tuttavia, si può affermare che nella nostra epoca il potere degli Stati abbia sempre più un carattere multidimensionale. In esso confluiscono varie componenti qualitativamente diverse, essenzialmente immateriali. Tra queste spiccano la ricerca, la tecnologia, la capacità d’innovazione, l’informazione, il soft power, il livello educativo della popolazione. Si tratta dei cosiddetti fattori intangibili della potenza, che però giocano un ruolo determinante in qualsiasi confronto politico-strategico, in quanto riescono ad accrescere il peso effettivo di uno Stato sulla scena internazionale, al di là della sua mera forza materiale, economica o militare.

Il mondo sta conoscendo una vera e propria rivoluzione del mondo dell’informazione e della conoscenza, mentre le nuove tecnologie rappresentano dei moltiplicatori di influenza ormai insostituibili. Questi, peraltro, sono spesso nelle mani di attori privati, nuovi protagonisti nello scacchiere internazionale, che hanno aumentato esponenzialmente il loro potere di influenza, fino a raggiungere una dimensione globale. La rapidità con cui procede l’innovazione tecnologica può cambiare in maniera profonda gli scenari e determinare vantaggi competitivi strutturali a favore di aree del mondo nelle quali operano le grandi aziende tecnologiche, come i maggiori produttori di microprocessori.

Il concetto di potere, in conclusione, tende oggi a perdere il suo significato assoluto, modellandosi in base a singole situazioni, specifici interessi e obiettivi, ed agli strumenti attraverso i quali lo si esercita, sullo sfondo di una competizione sempre più serrata tra gli attori che agiscono sullo scenario globale: Stati, organizzazioni internazionali, centri di potere economico-finanziario, movimenti di opinione, gruppi terroristici, ONG, singoli individui. Ciò, in un contesto che vede un preoccupante indebolimento del ruolo dei fora multilaterali quale stanza di compensazione negoziale, fattore di allentamento delle tensioni e strumento di prevenzione dei conflitti.

Il potere è oggi all’altezza della straordinaria portata delle sfide del nostro tempo?

La XV edizione del Festival della Diplomazia (Roma 16-25 ottobre 2024) avrà come titolo Looking for Cratos, il dio greco del Potere, e come tema principale il Potere e i suoi tanti volti (Power and its countless faces).

 

 

 

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